13/10/14

Xango

di Mauro Banfi




C’era una saletta interna nel bar Golden di Maccastorna, sperduto paesino in provincia di Lodi, prima che un incendio doloso lo riducesse in cenere.

Uno scrittore d’imagolitweb, un certo Mauro, adorava passare qualche ora in         quell’intima stanza, in compagnia di Gino, il proprietario.
Il caffè era da tempo assediato da macchinette mangiasoldi, videopoker e slot machine che riempivano l’aria del bar con le assordanti vibrazioni delle loro infernali suonerie.
La saletta interna aveva una lunga mensola, usata per sostenere libri di Salgari, Buzzati, Mari, King, Poe, Lovecraft, Melville, London, Stevenson, Conrad, McCharty, in prevalenza.




I muri erano addobbati con due poster: un manifesto di Emilio Salgari, edito dalla Mondadori in occasione dell’uscita della spettacolare opera omnia illustrata dello scrittore d’avventura e il dipinto Ulivi con cielo giallo e sole di Vincent Van Gogh.



Gino e Mauro si ritiravano in questo microcosmo per rifiatare, per cercare una stazione di sosta, per trovare requie dall’implacabile morsa del male di vivere:

Allora Mauro, che cosa bevi? Vuoi far sorgere o tramontare il tuo sole interiore? Pinot o Bonardino? Succo di frutta, orzata o
 Fresco e riposante crepuscolo, Ginosto scrivendo troppo, accidenti a me. Sto smarrendo quella sana distanza che occorre per far sopravvivere la vita, per difendermi dall’incombenza incandescente del mio esigente Daimon.
Duro e implacabile come quel Sole che dona la vita, ma è anche una Potenza inumana e inospitale, che rende irrespirabile l’aria e percuote con la sua carica di violenza spietata le sagome contorte degli ulivi.
Alle volte mi sembra di essere un agnello imprigionato in un mattatoio senza scampo. Dammi qualcosa di piacevolmente freddo e sedativo, per trovare un po’ di pace finalmente, un po’ di ombra, un po' di ristoro.
Ho qualcosa che fa al caso nostro, amico mio, un antidoto alla nostra malattia del Sud, alla nostra eliomania interna. Un rimedio eccezionale che ho trovato nelle foreste del Kemaman, in Malesia, lo XANGO.




─ XANGO?
E un succo ottenuto con un frutto chiamato mangostina. L’albero della mangostina, la Garcinia Mangostana, cresce spontaneo solo nelle foreste di Kemaman in Malesia, ma è ora coltivato in Cina, Thailandia, Australia, India e America .



La mangostina è grande come un mandarino e assume in fase di piena maturazione un colore viola profondo. La polpa bianca e morbida ha un sapore dolcissimo che ha affascinato la dinastia degli imperatori cinesi Ming, ed è uno scrigno di vitamine C e B1, oltre che di zuccheri e sali minerali. Per gustare la mangostina bisogna incidere con un coltello la sua circonferenza, poi, dividere il frutto a metà ed estrarre gli spicchi già abbozzati. Le popolazioni del Sudest asiatico la tagliano a fette, l’essiccano per poi metterla in ammollo e in genere bevono l’infuso che si è formato, lo XANGO.

Previene il diabete e molte malattie cardiache, ma soprattutto rinfresca e guarisce l’anima dalla malattia dell’eccesso di Sole interiore.
Va bene, lo prendo bello fresco, Gino: sei il miglior barista del mondo, non ci piove. Quand’è che riparti per la Malesia, Tigre?
Devo finire di pagare i debiti con i tizi delle macchinette, lo sai, fido Yanez, e poi penso di stabilirmi definitivamente a Kuantan, per scrivere e revisionare i miei racconti di avventura. Salgari scriveva della Malesia nelle fredde nebbie di Torino, io narrerò direttamente sul posto! Verrai con me, Mauro, impavido e astuto portoghese?



- Foreste del Kemaman, Malesia -

No Gino, Re di Mompracem: anchio amo viaggiare da fermo come Emilio e poi ho delle responsabilità verso le persone che mi vogliono bene. 

Oltretutto ogni volta che evado, minseguono e mi riprendono sempre e mi riportano indietro. E non sto parlando dellInterpol o di amanti infuriate, ma dei miei sogni, dei mei rimorsi, dei miei rimpianti, delle mie memorie.
Fai come vuoi, Mauro, E adesso beviamoci un bel bicchiere di XANGO. Poi voglio leggerti una mia novella piena di tigri e serpenti e vascelli in fiamme e pagode misteriose insanguinate: niente male, ascolterai…il titolo è "Mompracem rivivrà!"



Gino aveva contratto dei debiti con il racket dei videopoker gestito da una potente famiglia della ‘Ndrangheta.

Non riuscendo a saldarli scappò in Malesia, e il bar Golden a Maccastorna fu incendiato.
Alcuni sicari lo raggiunsero a Kuantan e lo freddarono con un colpo in fronte.
Mauro si chiedeva se Gino, prima di essere assassinato, avesse bevuto Bonarda o XANGO.


NOTE DELL'AUTORE

- Il video autoprodotto trasmette una canzone del gruppo progressive "Sky", grandi esecutori di crossover tra rock e classica, mia amata cifra stilistica. Consiglio gentilmente il lettore di far suonare il brano in sottofondo, per creare il "mood", il meteo emotivo, la temperie psicofisiologica del pezzo.

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