01/03/20

I DECANI: ritornando all'Umanesimo e al Rinascimento


                                   Mese di Marzo : Giulia, figlia di Claudio  



- segno zodiacale e Decani del Palazzo Schifanoia di Ferrara: dipinto di Francesco del Cossa -

Figlie e figli dell’Umanesino, Signore e Signori del Rinascimento, noi italiani facciamo da secoli l’errore di avversare in modo pregiudiziale una tendenza creativa o una nuova idea sociale e politica, perché arbitrariamente – oggigiorno manipolati da una faziosa casta di cosiddetti “giornalisti”- ci viene mostrato solo il loro aspetto superficiale, il loro deterioramento e la criticità – in senso distruttivo – delle loro contraddizioni, che inevitabilmente posseggono, forse proprio perché noi stessi italici prendiamo parte a questo atteggiamento di nichilismo cronico preventivo.
Allora ci mostriamo “menti superiori” e per stereotipo preso voltiamo loro le spalle e ci mettiamo alla ricerca di un’improbabile direzione opposta; ma, come avvenne nel Rinascimento, sarebbe meglio ricercare o formare in quei movimenti creativi i lati forti e costruttivi, con il fine di svilupparli in seguito dentro di sé.
Certo sono necessari uno sguardo più acuto e una volontà più decisa ed energica per incoraggiare ciò che sta sviluppandosi ed è imperfetto, piuttosto che smascherare l’imperfezione e negarlo per partito preso.
Il nichilismo italiano deriva senz’altro dalla nostra tendenza all’egocentrismo anarchico.




Ricordate?
A scuola ci hanno spiegato male e in fretta quel periodo, intortandoci con la storiella dell’uomo centro dell’universo, l’Io forte e signore e misura d’ogni cosa.
L’umanesimo dei nostri antenati di Firenze, Roma e Venezia, Mantova e Ferrara, Urbino e Rimini e altri luoghi italici di Rinascenza, non si occupava della presunzione antropocentrica che oggi domina e distrugge il pianeta, ma prediligeva l’aspetto plastico e visibile, le immagini, gli Dei, i miti greco-romani che rivedevano e correggevano quelli cristiani (in quanto avevano svalutato la vita terrestre e sensuale per secoli), in una parola: l’anima.
E lo spazio in cui si muoveva quest’Anima non era solo interiore ma era tutto il patrimonio di miti, d’immagini e di modalità esistenziali e costruttive che sono state tramandate dalle culture occidentali e mediterranee precedenti.
L’anima e la passione per l’antichità: questi erano i Poteri sacri venerati dagli uomini rinascimentali.
Lo studio humanitatis di Petrarca e di Ficino, di Pico della Mirandola e di Leonardo da Vinci non avevano come scopo l’esaltazione dell’Io forte umano ma il ritorno all’Anima, al diritto all’Immaginazione libera.
Come scriveva Marsilio Ficino “l’anima congiunge tutte le cose, è il centro della natura, il termine intermedio di tutte le cose”. La psiche rinascimentale diventò da oggetto di studio a Soggetto che studia e cerca d’indagare la natura e l’essere umano; l’arte e il pensiero di quel periodo storico derivano dalla riscoperta dell’anima vista come prospettiva e modalità di visione principale di tutti i fenomeni.
Altro che esaltazione dell’individualismo e dell’anarchia particolare di stati e staterelli guerreggianti all’infinito! Altro che guelfi e ghibellini e ultras politici e calcistici! Altro che trite e ritrite dispute tra laici e cattolici! Questa è l'Italietta da operetta delle televisioni, del nichilismo ignorante e coatto e prevenuto!
Il vero Rinascimento si basa sull’assunto che noi umani siamo irreali e solo l’immaginazione dell’anima, con la sua arena cangiante di storie, Dei, miti, rituali è reale.
Papa Giulio II e Michelangelo, per esempio, litigarono spesso e volentieri, ma insieme crearono capolavori immortali, perché vedevano quell’anima.