DI' DI SI' AL GRANDE SOLE (Capitolo secondo) di Mauro Banfi


                LA GEOGRAFIA IMMAGINALE DELLE TERRE DEI GROSSIPIEDI
                                - disegno di Antonio Calzone (Big Tony) -


Mosco e Syd si dirigevano a passo spedito verso l’Unico Varco nella Siepe, che dal Contado di GranGiardino portava nel Boscoscuro e da lì al cosmo delle Terre Vaste.
Bisogna sapere che il varco era presidiato dai tre giganteschi Custodi del Boscoscuro, un Pioppo, un Ontano e un Salice Bianco.Le tre piante millenarie avevano il potere di camminare sul terreno con le radici, come fossero gambe.

Pochi decenni prima si era conclusa una terribile disputa tra il popolo dei Grossipiedi e gli alberi del Boscoscuro.
Ai tempi della malvagia influenza dello stregone Nero, eletto Reggente con oscuri e delittuosi maneggi, i Grossipiedi avevano abbattuto indiscriminatamente una quantità di alberi superiori al loro bisogno e così la congregazione dei vegetali aveva richiamato in battaglia i tre Custodi.
C’erano stati dei morti e i fuochi degli incendi avevano minacciato l’esistenza nel cuore delle Terre Vaste.
Tutto si era concluso con la battaglia di Acqueazzurre, e Nero, il malvagio servitore di Mephisto, era stato ucciso dai suoi stessi schiavi durante la fuga, provocata dal coraggioso assalto dei Grossipiedi.
In seguito, grazie all’opera mediatrice del grande Mago Verde Mirdin, i Grossipiedi s’impegnarono ad abbattere solo un limitato numero di piante concordato con i tre Custodi del Boscoscuro.



La grande Quercia posta al centro al giardino di Syd e di tutto il Contado rammentava il patto, messo a graffito e firmato da Mirdin e dal colosso arboreo Ontano sulla sua corteccia.
Syd era stato uno dei più feroci abbattitori di alberi e pagava con la malattia del tramonto la sua personale caduta e il suo invasamento per il Signore delle ombre.
Quella era la Terza Era del Terzo Tema, chiamato Storia: un mondo decaduto dove male e bene, pregi e difetti, vizi e virtù crescevano ogni giorno intrecciati, mischiati tra loro, e grande era la confusione sulle Terre Vaste.
Tutte le creature del Suono erano state gettate nel grigio calderone ribollente della lotta tra Primo e Secondo Tema e ogni giorno bisognava scegliere tra loro, e non era facile, perché grande era il potere dell’oscurità e delle ombre.
Syd ormai faceva molta fatica a distinguere i Due Temi, e per questo la malattia del tramonto lo assaliva senza tregua.
Solo appoggiando la schiena a quella antica Quercia, posta al centro del Contado di GranGiardino e di tutte le Terre Vaste, ritrovava il sacro centro dell’Essere in Divenire, e si sentiva meglio.
Adagiato alla Quercia dimenticava il suo Ego, la parte di sé che era schiava di Nero e di Mephisto.
Giunti al varco i due viandanti salutarono il corpo di guardia del Capitano Martino Vattelapesca, che sorvegliava il varco e vigilava sui taglialegna abusivi, e si prepararono a entrare nel Boscoscuro.
Mosco tirò fuori dalla sua sacca da schiena la sua piccola chitarra da viaggio.
Per passare dal Varco nel Boscoscuro, i tre Custodi chiedevano in pegno ai viaggiatori un’opera d’arte qualsiasi: poteva essere un canto, un disegno, un passo di danza o quant’altro, alla bisogna.
Mosco si schiarì la voce e intonò la sua canzone in omaggio ai tre Custodi del Boscoscuro:
                                  
                                   DI’ DI SI’ AL GRANDE SOLE
E’ meglio se tu accendi
una piccola candela
che sprecare la tua vita
a odiar l’oscurità
E’ meglio se la smetti
di maledire il buio
se porti in mano la tua luce
qualcuno vedrai ti troverà
DI’ DI SI’ AL GRANDE SOLE
DI’ DI SI’ AL VASTO MONDOCHE TI VUOLE!
DI’ DI SI’ A CHI DICE “INSIEME”
LO POSSIAMO FARE
SOTTO IL GRANDE SOLE
Tutto il mondo intona un canto
e non lo stiamo ad ascoltare
abbiamo avvelenato il cielo
e reso acido ogni mare
Siamo sempre più convinti
che qualcun altro creerà
quello che una nostra scelta
potrebbe fare e non farà
DI’ DI SI’ AL GRANDE SOLE
DI’ DI SI’ AL VASTO MONDO
CHE TI VUOLE!
DI’ DI SI’ A CHI DICE “INSIEME”
LO POSSIAMO FARE
SOTTO IL GRANDE SOLE
E chi si arrende muore
chiuso nelle sue paure
E chi non lotta muore
senza onore e senza amore…
DI’ DI SI’ AL GRANDE SOLE
DI’ DI SI’ AL VASTO MONDO
CHE TI VUOLE!
DI’ DI SI’ A CHI DICE “INSIEME”
LO POSSIAMO FARE
SOTTO IL GRANDE SOLE

I tre Custodi, nonostante qualche stecca e qualche sfasamento di ritmo, erano molto soddisfatti dall’energia sprigionata da quel canto e lasciarono entrare i viandanti nel cuore interno del Boscoscuro, la Foresta Azzardata.

«Dove ci stiamo dirigendo Mosco?» chiese quella sera Syd, mentre sorseggiavano una tazza di thè alla violetta nel bivacco, davanti alle loro tende.
«Nella regione delle Spirali, Syd. Dopo la Foresta Azzardata arriveremo alle sponde del Lago Azzurro, e da lì cammineremo lungo la spirale dei Martin Pescatori che ci porterà ai loro nidi interrati nelle sponde.»

«Perché quelle terre hanno preso quella forma a spirale?»
«La spirale è la forma prediletta dal Suono, Syd.
Anche in un granello di polvere c’è il Suono e così tutte le sue vibrazioni si dipanano nel tempo a forma di spirale: i pampini della vite, le spirali dell’edera e del glicine; l’elica del guscio della lumaca e quella delle conchiglie come il Nautilus e infine il movimento delle nebulose, lassù nel regno cosmico creato dal Suono.
                                  
                         
                                     


La spirale è la forma assunta dal Suono, è il suo tempo: il punto gira, traccia un cerchio e ripassa quasi dallo stesso punto; lo scarto trasforma ciò che è identico in un’altra cosa.
La spirale è una forma d’energia che dispiega l’identico e l’altro, e la ripetizione del simile avviene in un tempo diverso.
La vita è movimento e la morte è la stessa dinamica di quel trasferimento, ma trasferito nella creazione di un altro essere vivente tramite la morte di un altro vivente.
La spirale ci ricorda la vera natura del tempo: un eterno ritorno vitale (tramite la morte) non tanto dell’uguale, come diceva il Mago GranBaffo, quanto del diverso e del dissimile, manifestato dallo scarto che crea l’avvolgimento.
Ma queste, Syd, sono soltanto parole.
Domani vedrai con i tuoi occhi la spirale del paese dei Martin Pescatori, nel Regno delle Spirali.
E soprattutto sentirai il loro canto d’amore, e capirai.»

                                                               
- 2 continua -

                           ...in cammino con la compagnia del Weird, verso casa...


                                            
                                                         - 2 continua -

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