20/04/16

DENTRO LA GARZAIA, NEL BOSCO IGROFILO

                                            

                            


Lascio la bicicletta sotto un’arcata di pietra, usata per proteggere i tagli del fieno e m’incammino verso il primo dei canali che costituiscono il sistema linfatico di questa grande garzaia.

                        

Finalmente i guardiacaccia mi hanno dato il permesso e m’addentro nel cuore di questo ecosistema.
Vorrei che tu, lettore, mi seguissi nelle zone umide planiziali minori della mia regione: nella monotonia delle coltivazioni intensive (e ossessive talvolta) costituiscono infatti elementi di varietà e di biodiversità e di grande valore scientifico, paesaggistico e ricreativo e contribuiscono al mantenimento degli equilibri naturali e idrologici. 

                             

La loro lenta scomparsa (per inquinamento e interramento, prevalentemente) rappresenterebbe la perdita degli ultimi esempi di ambienti tipici e precluderebbe le possibilità di sopravvivenza per molti esseri viventi.
Vorrei che tu, amica e amico, camminassi con me in questi ultimi paradisi in terra minori: il bosco igrofilo, le lanche, le cave, i fontanili, i bodri, le marcite, le risorgive…
sei pronto, hai messo le scarpe giuste, hai voglia di camminare con me?


                       

Leonardo da Vinci scrive che le rocce, il suolo e l’acqua sono le ossa, la carne e il sangue della Terra.
Un poderoso sistema idraulico, ispirato alle sue geniali realizzazioni compiute nei navigli attorno a Milano, pompa dal Po l’acqua necessaria alla vita del grande bosco igrofilo interno, costituito di ontani, pioppi bianchi e salici.

                   

Passo in equilibrio le passerelle e i discreti passaggi che arrivano al cuore della garzaia.