Raccoglieva le foglie morte. A terra, oppure le
staccava dai rami più bassi. Le osservava e le riponeva con cura dentro una
busta.
Era un ospite della Merlata, una specie di comunità
per disadattati, credo.
Con un breve gesto gli indicai una bella foglia
gialla, a pochi metri dalla mia panchina.
Non era molto adatta, e me lo disse senza parlare.
Poi aprì la busta, trasse con cautela una delle sue foglie e me la mostrò. In
verità era un po’ malconcia. Come lui.
Comunque approvai annuendo, ma lui attese finché
non la guardai meglio, in controluce, nel chiaro sole d’autunno.
Allora vi scoprii un rosso incendio nel ricamo di
mille vene: una minuscola vetrata di cattedrale!
Mi voltai, e lo stesso incendio era nei suoi occhi,
adesso. E forse nei miei, ora che lo guardavo in trasparenza.
Era un ospite della Merlata, una specie di serra
per fiori delicati, credo.
C'è tanta poesia in questo breve racconto, e queste vecchie foglie d'autunno sono suggestive e sanno suggerire tanto... Una storia che lascia malinconia tra il rosso dell'incendio. Mi ha toccata parecchio. Sempre bravissimo Fulvio!
RispondiEliminaBuona serata