SONO SOLO UN
VIANDANTE GROSSIPIEDI
“ Travolti dallo stesso destino, il loro
amore rimane e continua a legarli allo stesso Fato, e il patto coniugale non si
scioglie neppure ora che si sono trasformati in uccelli.
Si accoppiano e diventano genitori, e per sette giorni sereni, nella stagione
invernale, Alcione cova in un nido sospeso a picco sul mare. Allora è calma
anche l’onda dell’oceano: Eolo tiene rinchiusi i venti e non li lascia uscire…”
Ovidio, Metamorfosi
“Ma nei sette giorni prima del solstizio invernale e altrettanti dopo, il mare
si placa per permettere la covata degli alcioni, e da questo fatto presero il
nome.
I quattordici giorni che cadono nel periodo del solstizio d’inverno,
addolciscono il clima con la calma dei venti, per permettere la nascita degli
alcioni.”
Plinio, il Vecchio, Naturalis Historia, II, 125 e XVIII, 231
Al di qua
del Boscoscuro c’era il Contado del GranGiardino, abitato dal popolo dei
Grossipiedi.
Al di qua della Grande Siepe che delimitava il Contado, c’erano pecore che
brucavano nei prati, muretti che separavano i campi, gli orti e i giardini dai
pascoli; piccoli villaggi annidati tra le colline poco elevate; mulini ad
acqua, casette sparse che sembravano emergere dalla terra.
Vicino alle case e alle tane abitabili che fuoriuscivano dal terreno, c’erano
fertili vivai coltivati a frutta e verdura e splendidi giardini vividi e
colorati, cosparsi di bocche di leone, nasturzi rossi e gialli, fiori
incandescenti che si arrampicavano su per i muri, facendo capolino dalle
finestre rotonde delle case interrate.
Dentro una casa sotterranea c’era Mosco Sbrindolento, un Grossipiedi di
mezz’età, che stava pulendo e sbucciando delle cipolle rosse e delle grosse
patate.
E fu proprio nel mezzo di quell’azione che Sbrindolento apprese da Tania
Occhioazzurro della malattia del tramonto.
Il terribile morbo aveva colpito suo marito Syd Spandicolore, il suo più caro
amico.
- Mosco Sbrindolento, disegno di Fabio Cavagliano -
Quando un suo amico è in difficoltà e in ristrettezze, un Grossipiedi molla
tutto e va in suo aiuto. Mosco s’infilò il suo cappellino e i suoi caratteristici occhiali scuri e partì
con Tania in soccorso del suo caro amico.
Syd se ne stava appoggiato alla vetusta quercia che sorgeva in mezzo al suo
giardino, e piangeva in silenzio, contemplando con un mesto sorriso il tramonto
che incendiava gli orti e i giardini del Contado di Grangiardino.
Sopra la sua testa, su un grosso ramo, una coppia di merli aveva fatto il nido
e si stava occupando di sfamare i piccoli appena nati.
«Buonasera, Syd: come stai?»
« Buonasera a te, caro Mosco.
Ti offrirei del pane e del vino ma io non ho nemmeno voglia di alzarmi.
Io mi sento inutile: mi ha preso la malattia del tramonto.
Oltre la grande Siepe e il Boscoscuro il mondo muore, avvelenato dalla magia
nera dei demòni di Mephisto.
Io vorrei levarmi e lottare per salvarlo, ma non riesco a fare altro che
sentirmi debole e piagnucolare. I nostri antenati avevano la forza di battersi
per le Giuste Cause e di buttare nei vulcani gli orrendi manufatti dei
negromanti, richiesti dalla magia nera del Potere.
Io invece mi sento un sacco vuoto.
Aiutami fratello. Guarda quei merli: l’uccello lotta per uscire dall’uovo e
l’uovo è il mondo.
Chi vuole nascere deve distruggere un mondo, ma il piccolo merlo distrugge il
suo piccolo mondo per volare nella più grande Anima del Mondo.
Le armate di Mephisto distruggono ma non per costruire, creare, crescere,
volare, amare, dire dì sì o navigare: distruggono per distruggere, uccidono per
il solo gusto di annientare.
Io non ce la faccio più a vivere in un mondo così brutto.»
«Sì Syd, il piccolo merlo vola a Dio e il dio si chiama Suono, Anima del Mondo.
Ma l’uccellino non sta a dire continuamente “Io qua e Io là”, come stai facendo
adesso tu con me.
Troppi “Io” nelle tue parole!
Hai dimenticato gli antichi miti che ci hanno tramandato i nostri anziani?
In principio il Suono (e il Suono era Dio, e il Suono era presso di Dio) emise
una profonda vibrazione nella grande caverna del Chaos e del Nulla e il suono primordiale,
conosciuto come Primo Tema, vibrò e lo stesso vibrando s’allontanò dall’utero
del Vuoto e formò degli esseri viventi costituiti soltanto di luce e suono: gli
Dei.
A essi il Suono propose di continuare a sviluppare e ad abbellire l’originario
Primo Tema.
Ma il più splendido e dotato di loro, Mephisto, vi inserì delle sue personali
variazioni dissonanti che ne ruppero l’armonia.
Mephisto non voleva cantare insieme con gli altri la Gloria del Fuoco Creativo Eterno
del Suono: pretendeva la Gloria del suo Io.
Noi ricordiamo quel Secondo Tema come quello della ribellione, della Caduta.
- Mosco Sbrindolento e Mephisto, disegno di Fabio Cavagliano -
- Mosco Sbrindolento e Mephisto, disegno di Fabio Cavagliano -
I
due Temi lottarono.
Il Tema primordiale era un suono creatore che generava gli altri suoni. Gli
esseri di luce e suono cantavano con Lui, con il creato, e si generava così un
canto incrociato.
Questo faceva sì che il Tema originario generasse con fatica nuovi suoni ma i suoni
nuovi cantavano per Lui e gli ridonavano l’energia.
Il
Secondo Tema dissonante di Mephisto e dei suoi demòni (altri ribelli intanto si
era uniti a lui) era fragoroso e vano come una tempesta; e aveva scarsa armonia
e alla lunga era di una monotonia sconcertante e annichilente.
In sottofondo continuava ossessivamente a ripetere: “Io, Io, Io…”
Ed esso tentava di sovrastare il Primo Tema con la violenza del proprio rumore,
ma le sue note, anche le più riuscite, non erano altro che una forma
parassitaria del Primo Tema.
Allora il Suono levò in alto la sua bacchetta magica, e con un unico accordo, più
profondo della caverna del Chaos e del Vuoto, più armonico dello stesso Cosmo, il
duello tra i Due Temi cessò.
Il Suono vibrò allora il Terzo Tema e gli Dei sentivano i suoni diventare
parole nelle loro anime:
« …le creature partecipano e cantano col Suono Creatore per rinforzarlo, per ridargli
l’energia. Quando questa musica finisce, e il suono originale si esaurisce, i
suoni derivati precipitano nel mondo della materia, e il Cosmo perde il suo
splendore, perde il suono.
Sta a voi scegliere: cantare insieme il Primo Tema (che contiene anche il
Secondo Tema di Mephisto, il parassita) per dare energia al Suono primordiale o
discendere nel mondo materiale monotono e opaco, dove le vostre anime
perderanno lo splendore della luce e la gloria dell’armonia del Suono.»
Mephisto e molti Dei e demòni ribelli se ne andarono sulla Terra, insieme agli
uomini, dove ancora oggi continua il duello e la scelta tra i Due Temi.
Ora noi siamo nella tempesta, Syd, il monotono fragore di Mephisto sembra
dominare il Contado di GranGiardino e le Terre Vaste oltre la Siepe.
Nella bufera, immagina di stare davanti all’antica
quercia del tuo giardino.
Se guardi i suoi rami sconvolti dalla tormenta, sei sicuro che cadrà in
terra sradicata.
Se guardi il tronco, invece, vedrai la sua vigorosa
fermezza e ti accorgi che resterà in piedi, contro ogni ragione.
Alzati in piedi, Syd! Rialzati e guarda il possente fusto di questo albero e
abbraccialo!»
A fatica e molto lentamente Syd si rialzò e abbracciò la grande quercia.
« E’ tempo di mettersi in viaggio, Syd,
E’ tempo di lasciarsi alle spalle la pigrizia e la malinconia.
Ti guiderò oltre la Siepe e oltre il Boscoscuro fino al regno dei Martin
Pescatori.
Mancano solo tre giorni all’inizio dell’Intervallo Alcionio:
sette giorni prima e sette giorni dopo l’equinozio di primavera-
In questo periodo i Martini s’innamorano e mettono al mondo i loro piccini; per
riuscirci operano una potente magia che ti guarirà dal male del tramonto.
Da allora il Suono concede quattordici giorni di calma dei venti agli alcioni
marini durante il solstizio d’inverno, e altrettanti quattordici durante
l’equinozio di primavera ai Martini fluviali e terrestri.
Domani prima dell’alba partiremo per il loro regno.
Quando arriverò a prenderti sarà ancora buio e terrai accesa una piccola
candela.
Anch’io la porterò in mano e mi riconoscerai dalla mia piccola fiamma,
splendente nel buio.
Sei pronto?»
«Sì!»
- 1 (continua) -
...in cammino con la compagnia del Weird, verso casa...
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