Sullo
sfondo di una delle più note escursioni lombarde in bicicletta (la Cassano
d’Adda/ Imbersago, (dove è stato ricostruito e messo in funzione lo
straordinario traghetto a corda di Leonardo da Vinci) sale sul palcoscenico,
nel racconto di Mauro Banfi, il mistero dell’Io.
L’itinerario abduano, con i suoi suggestivi e stupendi scorci dell’Adda ( per
il Banfi un autentico fiume mamma che partorisce e accoglie nel suo seno
diversi personaggi smarriti ma nello stesso tempo dignitosi lottatori per la
vita), presenta due particolari dimensioni dell’Io umano; quella particolare
funzione che tende a mantenere la propria istintiva conservazione e ad
accrescere la propria volontà di potenza a discapito di quelle altrui e
quell’altra che invece tende a svuotare l’Ego per accogliere le suggestioni del
circostante e la pietas e l’ascolto
delle storie delle altrui esistenze.
Nello splendido tratto del naviglio di Paderno d’Adda, in un ambiente boschivo
e fluviale rigoglioso e selvaggio, la bicicletta di Mauro si lancia, curva dopo
curva, verso il raggiungimento dell’equilibrio tra le due dimensioni dell’Io.
Einstein, un’altra mente di qualità come quella di Leonardo diceva:
“La vita è come andare in bicicletta: se vuoi stare in equilibrio devi muoverti”.
“Ancora un’altra curva e sono da lei!”:
un memorabile romanzo breve di Mauro Banfi che mi ha ricordato Walden e il
giovane Holden.
Forse lo si può anche lasciar perdere, se si ha meglio da fare; ma se quella
bicicletta sfreccia lungo le tracce della vostra anima, allora la soluzione è
una sola: bisogna leggerlo.
Carlo
Bodeleri, critico letterario
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