Non so dove sono nato, la vita mi appare da sempre come una mano di tarocchi gettata a caso sul tavolo fatiscente di una fattucchiera; so solo che il castello era terribilmente antico, pieno di corridoi bui, ombre e ragnatele, regnava dappertutto un odore terribile di muffa e corruzione…
Non c’era mai luce, il sole non superava la chioma degli alberi.
Una torre nera raggiungeva il cielo. Era possibile raggiungerne la cima solo con una scalata impossibile, aggrappandosi al muro.
Non c’era mai luce, il sole non superava la chioma degli alberi.
Una torre nera raggiungeva il cielo. Era possibile raggiungerne la cima solo con una scalata impossibile, aggrappandosi al muro.
Devo aver vissuto per anni nel castello, qualcuno mi avrà ben messo al mondo e ha dovuto, spero, prendersi cura di me…ma non mi ricordo di nessuno, solo di me stesso.
Mi raffiguravo una persona viva come qualcuno a mia immagine e somiglianza, ma raggrinzita e vecchia come il castello.
Per me non c’era nulla d’inquietante nelle ossa che ogni tanto rinvenivo sparse qua e là negli angoli marciti.
Per me erano più normali delle immagini di persone vive che mi capitava di trovare nei vecchi volumi della cadente biblioteca del castello.
Mi raffiguravo una persona viva come qualcuno a mia immagine e somiglianza, ma raggrinzita e vecchia come il castello.
Per me non c’era nulla d’inquietante nelle ossa che ogni tanto rinvenivo sparse qua e là negli angoli marciti.
Per me erano più normali delle immagini di persone vive che mi capitava di trovare nei vecchi volumi della cadente biblioteca del castello.
Spesso mi sdraiavo in giardino, sotto gli alberi scuri e sognavo per ore delle cose sconosciute che avevo visto nei libri.
Mi vedevo allora in mezzo a una folla allegra di figure, ballando sotto la luna.
Mi vedevo allora in mezzo a una folla allegra di figure, ballando sotto la luna.
Una volta ho provato a fuggire nella foresta, ma più avanzavo e più oscure diventavano le ombre.
Angosciato sono tornato indietro di corsa nell’area oscura del castello.
In quella densa solitudine il mio desiderio di luce diventava così intenso che non riuscivo a stare fermo a lungo.
Dopo molte incertezze e indecisioni decisi d’intraprendere la scalata della torre nera e macilenta. Volevo per una volta vedere la luce del giorno.
Nella penombra umida m’inerpicai per la vecchia scala di pietre consumate, fino al punto in cui i gradini s’interrompevano all’improvviso.
Al buio, in pericolo di vita, mi arrampicai appigliandomi faticosamente alle crene del muro.
Dopo una lunga scalata sulla fiancata di quel profondo abisso, all’improvviso la mia testa colpì qualcosa di duro e capii che avevo raggiunto il tetto, o almeno il solaio.
La superficie sopra di me cedette. Mi resi conto che la scalata era finita, almeno per il momento.
Angosciato sono tornato indietro di corsa nell’area oscura del castello.
In quella densa solitudine il mio desiderio di luce diventava così intenso che non riuscivo a stare fermo a lungo.
Dopo molte incertezze e indecisioni decisi d’intraprendere la scalata della torre nera e macilenta. Volevo per una volta vedere la luce del giorno.
Nella penombra umida m’inerpicai per la vecchia scala di pietre consumate, fino al punto in cui i gradini s’interrompevano all’improvviso.
Al buio, in pericolo di vita, mi arrampicai appigliandomi faticosamente alle crene del muro.
Dopo una lunga scalata sulla fiancata di quel profondo abisso, all’improvviso la mia testa colpì qualcosa di duro e capii che avevo raggiunto il tetto, o almeno il solaio.
La superficie sopra di me cedette. Mi resi conto che la scalata era finita, almeno per il momento.
Si trattava infatti di una botola. Strisciai attraverso l’apertura e mi distesi esausto sul pavimento di pietra. Mi rialzai e cominciai a cercare una finestra.
Pensavo infatti di trovarmi a una grande altezza, però trovai solo delle lastre di marmo, su cui giacevano lunghe casse.
Trovai anche una porta dal telaio di pietra, decorato con strane sculture.
Con un forte strattone riuscii ad aprire la porta verso l’interno.
Caddi in estasi.
Pensavo infatti di trovarmi a una grande altezza, però trovai solo delle lastre di marmo, su cui giacevano lunghe casse.
Trovai anche una porta dal telaio di pietra, decorato con strane sculture.
Con un forte strattone riuscii ad aprire la porta verso l’interno.
Caddi in estasi.