di Luce Dallombra
Paolo stava acquattato dietro
la porta di camera sua, l’orecchio teso a percepire il minimo rumore.
Erano soli in casa, presto
avrebbe sentito i passi di suo fratello Manuel sulle scale.
Quel rumore… uno dei tanti volti della paura.
Pensò ai compagni di scuola, che non sapevano nulla del
suo inferno, al contrario, pensavano fosse
un privilegiato, perché era il piccolo di casa, il cocco di mamma e
papà.
Il figlio bello. Serrò le
labbra in una smorfia di disgusto.
Ormai era solo questione di
tempo: ogni volta che i genitori li lasciavano soli, il copione si ripeteva con
lugubre esattezza.
Prima di uscire ripetevano le
solite, dovute raccomandazioni a suo fratello, il primogenito, mentre lui se ne
stava in disparte con gli occhi bassi:
“Manuel, noi andiamo”
“Sì, mamma”
“Mi raccomando, stai attento a
tuo fratello, vedi che non si faccia male.”
“Sì, mamma”
“E ricordati che sei il più
grande. Dai il buon esempio”
“Sì, papà”