di Jorily
Esiste un
luogo fantastico in un limbo di tempo che si ripete a cavallo di ogni giorno.
E’ un luogo che coesiste con il nostro universo, una “dimensione alternativa
nella nostra dimensione”. Questo luogo appare come un normale bar chiamato “La
taverna dell’ultima fiaba”: un luogo di pace e tranquillità dove i personaggi
di tutte le fiabe si incontrano a fine giornata, dopo che hanno vissuto
migliaia di volte, nell'arco di quel giorno, la
loro vita narrata da mamme e papà ai propri
figli. E’ una zona franca dove si può
incontrare la strega cattiva di Hansel e Gretel che discute amabilmente con la
regina di cuori del paese delle meraviglie, dove il lupo di cappuccetto rosso
continua sempre a lamentarsi dei bruciori di stomaco con il lupo dei tre
porcellini che invece si lamenta dei bruciori e basta.Non ci sono mai state
risse o litigi, ma, ovviamente, i “buoni” si ritrovano in certi tavoli a
parlare tra loro così come i “cattivi”, semplicemente ignorandosi, senza
sguardi carichi di odio, senza minacce: almeno in quel luogo, in quei pochi
momenti di pausa, ognuno viveva pacificamente la sua vita al di fuori della
fiaba.
Vicino al camino, come ogni sera, ci sono Biancaneve, Cenerentola e la piccola
fiammiferaia che si godono un bicchierino di sherry (la piccola fiammiferaia
solo una tazza di latte fumante), parlottando di cose futili e lamentandosi
della monotonia delle loro favole.
Senza staccare gli occhi dalla propria tazza di latte, con quel filo di voce
che la contraddistingueva, la piccola bimba sbottò rinfacciando qualcosa alle
sue due amiche: era stanca di sentirle lamentare del loro vissero felici
e contenti.“Io … davvero non vi capisco!”, le due fanciulle rimasero stupite
della reazione della ragazzina “… e il principe di qua, e i nani di là, gli
uccellini,e la matrigna. Ma di cosa vi lamentate?”. Bevve un sorso di quel
latte caldo assaporando quel calore che sempre le manca alla fine della storia
“Sapete cosa vuol dire morire ogni volta? Da sola? Al freddo? Ignorata da una
intera città di schifosi egoisti!”, una piccola lacrima scese lungo la guancia,
bevve un altro sorso “… io davvero non so quanto posso ancora andare avanti
così: perché deve sempre finire così?Le due belle principesse ebbero un moto di
compassione verso quella piccola creatura, si scambiarono uno sguardo complice,
Cenerentola fece un cenno di assenso con la testa a Biancaneve ed entrambe
spostarono le proprie sedie avvicinandosi alla bimba, controllando che nessuno
degli altri avventori potesse ascoltare.“Tesoro, in realtà… qualcosa si può fare
per… diciamo… cambiare qualcosina che renda più vivibile la vita” sussurrò
Biancaneve sorridendo maliziosamente e mostrando pollice ed indice vicini tra
loro.
La piccola fiammiferaia non riusciva a capire di cosa stesse parlando e la sua
espressione tradiva quella confusione, Cenerentola si avvicinò ulteriormente
alla ragazzina e le mise amorevolmente un braccio sulle spalla, anche per
coprire il volto mentre le parlava “…si, diciamo che NON si può stravolgere la
storia, ma qualcosina per
migliorarla.. si può
fare!"
La ragazzina
bevve l’ultimo goccio di latte tentando di ricordare quel caldo per la sua
prossima gelida morte, ma non riusciva a concentrarsi, incuriosita dalle parole
delle due ragazze. “In che senso? Cosa ci può essere di meglio di …e vissero
felici e contenti?”. Le due principesse si scambiarono un ulteriore sguardo
complice “Comincia tu” disse cenerentola a Biancaneve. La principessa dalle
gote rosa e le labbra rosse come un lampone abbassò ulteriormente il tono della
voce “Io mi ero stufata di correre a perdifiato nel bosco inseguita dal
cacciatore, odiavo tutta quella manfrina di dover piangere e supplicare per non
essere uccisa… era noioso e UMILIANTE. Allora…”, un malizioso risolino uscì
dalla bocca delle due principesse “Allora? ALLORA?” alzò il tono la ragazzina
alzandosi dalla sedia, per venire subito fatta riaccomodare prima che qualcuno
si accorgesse della scena. Leggermente preoccupata Biancaneve appoggiò anche
lei un braccio sulle spalle della fiammiferaia avvicinandosi ulteriormente al
suo viso “… allora… ho trovato un accordo con il cacciatore: gli faccio un bel lavoretto dimostrandogli
che non sono solo brava a cantare.. promettendogli che gliene farò altri ogni
volta che verrà a cercarmi nel bosco… e lui accetta!”. Un moto di repulsione e
sconcerto di fiabesca genetica assalì la ragazzina “MA NON SI PUÒ’!
Così cambi la storia!”,
questa volta fu Cenerentola a calmare nuovamente la fiammiferaia “Ma
cosa dici? Che cambiare la storia :comunque lui non la avrebbe uccisa, comunque
lei sarebbe rimasta nel bosco, COMUNQUE alla fine arriva il principe a
salvarla…. Dove è cambiata la storia?” Sorrise alla confusa ragazzina e strizzò
l’occhio a Biancaneve “… alla fine ha solo… leggermente… migliorato una
situazione. E poi… nessuno se ne è mai accorto e nessuno è venuto a
lamentarsi”. La ragazzina sembrò calmarsi un momento, poi dilatò di stupore
ulteriormente gli occhi guardando Cenerentola “…anche TU?”, Cenerentola scrollò
leggermente le spalle “… ne avevo le scatole piene di aspettare giorni e giorni
mentre quell’idiota del messo del principe girava tutte le case a far provare
la MIA scarpetta a non sai quante ragazze (tra l’altro finisce che per via di
questa cosa mi prendo sempre le verruche al piede!)…”.
La ragazzina sembrò rilassarsi “… e quindi…”,
Cenerentola riprese quella espressione maliziosa iniziale “… e quindi, a fine
del ballo, prima di mezzanotte, ho preso anche io da parte il mio bel principe
e…” , Biancaneve scoppiò in una piccola risata volgare, “… e gli ho dato il mio
indirizzo dicendogli che se… ne voleva ancora… sapeva ESATTAMENTE dove
trovarmi!”. Cenerentola strizzò l’occhio alla fiammiferaia che intanto aveva
preso una espressione molto pensierosa “… e nessuno si è mai accorto di
niente?” chiese guardando entrambe le principesse. Quasi all’unisono entrambe
risposero “Mai nessuno”.Le due ore successive passarono con le due principesse
che provavano ad analizzare la trama della favola della piccola fiammiferaia
per tentare di individuare “qualcosa” che potesse minimamente migliorare la
qualità di vita del personaggio, ma qualunque cosa proponessero non avrebbe
comunque potuto cambiare il mortale e gelido finale.Le luci della Taverna
dell’ultima fiaba iniziarono ad abbassarsi: segnale che quel limbo di tempo
stava per scomparire e che tutte le fiabe avrebbero dovuto ricominciare il loro
quotidiano corso. Le tre giovani si salutarono dandosi appuntamento per la sera
successiva: Le due principesse con la loro solita serafica espressione, mentre
la fiammiferaia si allontanò con il suo solito lento passo, ma con una strana
luce negli occhi.Nel bosco di Biancaneve si consumò il pornografico patto, come
ogni volta nell'arco degli ultimi secoli,
così come nel foyer del palazzo del
principe di Cenerentola.Quel giorno la piccola fiammiferaia accese, per l’ennesima
volta, l’ultimo fiammifero nel tentativo di scaldarsi, ma la sua espressione
non era triste: un tenue sorriso maligno le comparve sul volto mentre iniziava
a godersi, in quella gelida, invernale, notte di Copenhagen, l’inteso ed
avvolgente calore dell’incendio della città.
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