02/12/19

I DECANI: ritornando all’Umanesimo e al Rinascimento MESE DI DICEMBRE: quella decadente mancanza di senso nelle immagini attuali del web.

             

- segno zodiacale e Decani del Palazzo Schifanoia di Ferrara: ricostruzione delle icone sbiadite di Maurizio Bonora -
 
Figlie e figli dell’Umanesino, Signore e Signori del Rinascimento, intorno a noi vi sono i sacramenti della mediocrità coatta e della degradazione dell’umano a gregge, e ci muoviamo in un mondo sconosciuto, dove vi sono caverne ed ombre e abitatori delle tenebre.    
Capita che talvolta l’essere umano regredisca sulla via dell’evoluzione, e osservando con raccapriccio il massacro quotidiano del senso delle immagini, completamente annichilito in quella sorta di lager per la mente che sono gli orrori indicibili di WhatsApp o di Instagram e similari, imploro il primo Decano di dicembre di riportarmi nell’eterna epoca dell’emblematica rinascimentale, ai tempi dell’ ”Emblematum liber” del grande Andrea Alciato.



E’ noto in tutto il mondo che la nostra Rinascenza prediligeva il mondo visibile delle icone e degli emblemi, espressione manifesta nell’esaltante mondo della scultura, dell’architettura e della pittura.   
E’ meno noto – soprattutto tra noi eredi italici – che nel Rinascimento le immagini mitologiche, pagane e/o cristiane, erano quasi sempre vivificate dall’ecfrasi (clicca e vedi il video) :


                       


come un ventaglio decorato si apre e distendendo a poco a poco, sapientemente, la sua superficie semicircolare esibisce chiara e distinta la figurazione che lo trama, così il pensiero dispiega e mostra con il prezioso ed emozionante ausilio delle immagini i propri elaborati e complessi ragionamenti, suscitati dalle icone e raccolti dalla logica nell’intimo.    



Nel 1531, lo stampatore Heinrich Steyner illustrava con delle xilografie il primo, mitologico Libro degli Emblemi, composto inizialmente con poesie latine dal giureconsulto e umanista Andrea Alciato, che aveva dedicato a un suo amico studioso.        
Il successo del volume fu tale che l’Emblematica divenne un genere diffuso in tutta Europa per tre secoli e poi si trasformò in varie forme, per arrivare alle nostre odierne “graphic novels”.       
Alciato e Steyner inventarono un modo speciale e geniale per collegare le immagini alle parole, l’ecfrasi. 
Questo procedimento si basa sulla cognizione lucida e logica che delinea e guida la sequenza iconica che, altrimenti, risulterebbe priva di quella salda e interna coniugazione fra le parti e il tutto, che rende possibile, fruibile e manifesta la dinamica del pensiero stesso ivi contenuto, vale a dire del processo di riflessione che visualizza le idee e i concetti celati nel significante delle immagini.   
Ed è proprio questa mancanza di coordinazione fra le partI e il tutto che caratterizza l’orrendo caos senza senso che avvertiamo quando usiamo WhatsApp , Instagram o altri disordini mentali simili.     
Con il tempo e il succedersi delle fortunate edizioni dell’Emblematum Liber, Andrea Alciato strutturò la modalità dell’emblema, che è così formata:      
a) Inscriptio, il Titolo: la succinta denominazione che dichiara il soggetto, il tema e l’idea dell’Emblema; 
b) Pictura o Res Picta, la figurazione: la visualizzazione iconica del tema o del concetto emblematico;    
c) Subscriptio o poesia descrittiva: descrizione in versi del soggetto, che poi nelle successive edizioni si arricchirà di commenti in prosa esplicativi.   
Nell’odierno proliferare sui social web di miriadi di immagini prive di senso, accompagnate da frasettine asfittiche (e spesso puerili) sempre più frammentate e ridotte all’afasia del telegramma, il nesso che coinvolgeva dialetticamente le due facoltà immaginative (quella di chi parla o scrive e quella di chi ascolta o legge) è stato annichilito, ed è cominciata una degradazione della comunicazione umana grave e preoccupante, che al momento sembra non avere fine e rimedio.  
L’ecfrasi intellettiva permetteva alle rappresentazioni mentali di dipanare i suoi discorsi nello specchio delle immagini in azione, per poi proporli e comunicarli all’altro da sé.        
La quasi completa ignoranza di questa tecnica comunicativa e la conseguente indifferenza verso il dovere di essere chiari e fruibili a un altro da sé, indica chiaramente che ci troviamo in una sorta di tirannia egotica di massa, che desta allarmata inquietudine nell’autore.   
Chiedo pertanto a un altro Decano di dicembre di mostrare l’Emblema “Occasione” di Andrea Alciato, come antidoto, esempio e contromovimento a questa nuova barbarie che ci circonda e assedia; oggi quasi tutti sui social ciarlano di occasioni sognate, perdute e proclamate senza preparazione e pudore; sarebbe prima il caso d’imparare a comunicarle al prossimo con un minimo di chiarezza e fruibilità. 
La fiducia in se stessi, nella propria "virtus" avversaria del fato avverso e della fortuna, soppiantò la medievale visione teocratica -e spesso fanatica-  della realtà, scardinandola: gli eventi e le decisioni umane cessarono di essere frutto della volontà divina o del determinismo astrologico o di forze esterne; la nozione di libertà di scelta e di azione penetrò profondamente nella percezione dell'uomo e del mondo e diede forma agli ideali di etica civile, pragmatismo, individualismo, competitività, legittimazione della ricchezza acquisita con il merito ed esaltazione della vita attiva del corpo, dell'anima e della mente.
Ora necessita un nuovo Rinascimento contro il nuovo egocentrismo di massa.





                                                                             SULL’OCCASIONE



Quest’opera è di Lisippo, che ha patria a Sicione. Chi sei?   
Un attimo di tempo che si afferra e tutto vince.     
Perché ti sostieni con le ali? Son roteata senza sosta.       
Perché porti i calzari alati? Da ogni parte mi rapisce la brezza leggera.
Dì, perché nella destra tieni un rasoio affilato?      
Mostra con il suo filo tagliente che sono più sottile di ogni cosa.     
E i capelli sulla fronte?        
Perché chi m’incontra m’acciuffi.        
Dì un po’, tu, perché hai la nuca calva?       
Una volta che mi si lascia fuggire via con le ali ai piedi,
nessuno potrà più agguantarmi per il ciuffo.
Per te, straniero, lo scultore m’ha plasmato con tale arte,         
e affinché sia monito a tutti, un bel loggiato mi mette in bella mostra.     
        
Mentre sfioro con la mano il nodo centrale, il nodo sapiente, intrecciato dai due serpenti cosmici nel caduceo del monumento funebre di Andrea Alciato, nel cortile di Volta dell’Università di Pavia, ristabilisco il contatto con il “nexus” cognitivo tra “verba” e “imagines agentes” e l’abisso di Babele è vinto.
"Andros dikaiou karpos ouk apollutai".
"Il frutto dell'uomo giusto non svanisce".




- continua -
                                                                                      Mese di gennaio                  

Luoghi visitati lungo il viaggio interiore nel Rinascimento:

1) Mont Ventoux, Provenza;
2) Studiolo di casa Francesco Petrarca, Arquà Petrarca;
3) Monumento funebre di Andrea Alciato, cortile della Volta dell'Università di Pavia.

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