08/10/17

LE PECORE CINESI

                     
(storia da leggere per non diventare uno zero sommato)
“Chi si fa pecora, il lupo se lo mangia”
Proverbio popolare  

Avvertenza: il racconto è politicamente scorretto

                               I


 

Così avvenne che il pastore chiamò a rapporto i suoi cani-pastore e disse:
«Oggi marchieremo sulla fronte delle nostre pecore cinesi il segno dello zero sommato.    
Questo è il grande giorno per il quale siete stati cresciuti e addestrati fin dalla nascita.    
E’ bene ricordarvi perché state per operare questa bollatura a fuoco.
Le pecore cinesi sono lo scheletro e il sostentamento della nostra società, prima di essere il nostro lavoro.    
Gli ovini cinesi ci forniscono lana, latte, combustibile sotto forma di escrementi e infine la loro stessa carne.    
Affinché producano tutte queste merci senza ribellarsi alla loro funzione sociale è necessario che credano di essere libere e felici.    
Per indurle in questo stato di manipolazione ipnotica civile, fin da quando erano agnelli, sono state educate a conformarsi all’ideale vigente nelle grandi città che comprano i loro prodotti finiti: l’acquisto compulsivo e insensato di oggetti e di cibo.    
Fin da quando erano agnelli, sono state convinte a credere che la loro lana serve a creare degli stracci chiamati “vestiti alla moda”, che gli abitanti delle megalopoli si accaparrano dentro enormi capannoni.    
E che i loro escrementi alimentano le macchine che trasportano gli uomini per tutto il pianeta.    
E che il loro latte è trasformato in cibo che va a ruba nei grandi magazzini delle città.    
E infine anche la loro stessa carne sarà data in pasto agli affamati nevrotici delle città che si gettano su ogni tipo di cibo e di consumo in modo ossessivo e violento.    
Fin da agnelli, inculchiamo nelle loro menti il senso doveroso e ineluttabile di un inconsapevole sacrificio, in nome della nostra gloriosa società di pastori.    
Oggi, miei fedeli cani-pastore, radunerete il gregge delle pecore cinesi nel recinto di raccolta e le incanalerete nel corridoio della marcatura, dove a una a una sarà tatuato sulla loro fronte, con il ferro incandescente, il logo dello zero sommato.    
 


Per renderle mansuete organizzeremo per conto loro una marcia di protesta contro le aggressioni dei lupi cattivi, nostri complici nell'opera di coesione e protezione sociale.    
Permetteremo loro d’indossare qualche straccetto colorato per farle sentire più emancipate e ribelli; lasceremo che urlino qualche frase stereotipata senza senso e costrutto, tipo “i lupi cattivi sono l’espressione di un sistema malvagio”, o “vogliamo crescere i nostri agnelli in pace!” e, manipolando i loro deboli cervelli con questi ridicoli luoghi comuni, in questo modo le renderemo degli zeri sommati, una specie di bestie d’armento che vive senza futuro e incapace di creare una propria vita autonoma.    
Più si crederanno libere e felici più le controlleremo a nostro piacimento.    
Con la finta marcia di protesta rafforzeremo in loro l’istinto gregario del gregge, vale a dire l’impulso a essere “zero più zero uguale a zero”, dove ogni zero ha “diritti uguali” agli altri zero, dove è virtuoso ed eticamente civico e sociale essere zero.    
Il mantenimento di questo ideale gregario è fondamentale per promuovere l’ideale dominante della nostra società: l’acquisto insensato e ossessivo di oggetti e di cibo.    
Consapevoli della necessaria importanza del nostro lavoro, su la zampa e pronunciate, prima dell’operazione di marcatura, il nostro giuramento di fedeltà eterna alla società dei consumi:    
( il pastore strinse il pugno e tese il braccio destro davanti al suo cuore, mentre i cani-pastore alzarono le zampe destre)
  
“Produci, consuma e crepa! 
Zero più zero uguale a zero! 
Produci, consuma e crepa! 
Ma zero elevato allo zero, che si eleva dallo zero, può diventare uno, può diventare qualcosa d’individuale e di pericoloso, e allora: 
omologare, conformare, sorvegliare, prevenire e reprimere senza pietà!
Produci, consuma e crepa, zero sommato!”    



                               II

Nel cuore della foresta, in un altro luogo della società degli acquisti e dei consumi scriteriati, un branco di lupi cattivi stava inseguendo il lupo Omega.    
Fin da cucciolo, Omega era cresciuto nel più basso grado della gerarchia sociale del branco e aveva subito aggressioni da parte di tutti gli altri lupi.
Eppure la sua situazione di marginalità era sempre stata solo apparente. Più volte aveva sfidato e attaccato il lupo Alfa, il capo branco, per fargli capire che gli attacchi al gregge delle pecore cinesi non facevano altro che rafforzare il sistema delle grandi città che da sempre dava loro la caccia e li aveva portati al limite dell’estinzione.    
Più volte aveva cercato di far capire ad Alfa che la violenza indiscriminata non faceva altro che ritorcersi contro il popolo dei lupi.

 


- Alfa -

Fin da cucciolo, era stato un lupo strano: la sua funzione era sempre stata quella di calmare la tensione tra i canidi selvaggi, quando si scatenava la competizione alimentare di tutti contro tutti per divorare la preda.
Uno stato primordiale di ferocia brutale che spesso portava a gravi ferimenti tra gli appartenenti al branco.    
Con una serie di comportamenti istintivi, Omega (assumendo particolari posture del corpo o espressioni facciali e vocalizzi), era sempre riuscito a riportare la calma nel branco, evitando duelli troppo cruenti tra i lupi Beta (i lupi soldati fedeli al capo Alfa), ripristinando l'armonia.
Quella mattina, dopo un’ennesima discussione con il capo branco sull’uso della violenza e la razzia delle pecore cinesi, il dominante Alfa aveva ordinato ai Beta d’inseguirlo e di toglierlo di torno, perché era stufo delle sue chiacchiere fastidiose.    
Dopo ore d’inseguimento sfibrante, tra boschi, fiumi e brughiere, i Beta spinsero Omega in cima a una collinetta, e si preparavano ad attaccarlo per ucciderlo, quando Omega parlò loro:    
“Fedeli e indomiti Beta, ascoltatemi; non intendo salvarmi la pelle con le chiacchiere, non ho paura di morire.    
Voglio solo che voi riflettiate sulla sopravvivenza e il futuro del nostro branco.
Se continuate ad attaccare con violenza insensata e in modo avventato il gregge delle pecore cinesi, renderete più forte il sistema delle grandi città che ci ha portato sull’orlo dell’estinzione.    
Con l’alibi di dover proteggere gli ovini cinesi dalla violenza, i pastori umani, con l’ausilio dei battaglioni dei cani-pastore, imporranno un globale livellamento delle condizioni di vita e la definitiva cessazione di ogni sperimentazione vitale autonoma e personale, provocando il completo assorbimento dell’individuo nella società degli acquisti e dei consumi insensati.
Guardatemi, fratelli e sorelle lupi, viviamo insieme da quando siamo cuccioli!
Nel profondo del vostro istinto lo sapete: Omega non vuole sfidare il grande capo Alfa, non vuole diventare un pastore o un cane da pastore. Non m'interesso al Potere, sorelle e fratelli lupi.
Il mio compito, la mia missione è quella di riuscire a portar via molte pecore cinesi dal gregge, per questo sono nato e venuto al mondo!
Per riuscirci non voglio azzannarle e rubarle ai recinti, ma fare in modo che loro stesse se ne vadano, con le loro gambe e con la loro volontà dal gregge del sistema, per farsi lupi liberi e indipendenti e trasformarsi in persone autosufficienti e autonome, estranee ed emancipate da ogni forma di sistema e non più soggette alla schiavitù dell’ideale dell’acquisto e del consumo insensato e ossessivo di oggetti e di cibo, che sta distruggendo il nostro antico popolo e la terra su cui tutti corriamo.

Ho avuto una visione, sorelle e fratelli lupi.
L’altra sera, mentre ululavo alla luna ho visto un nuovo futuro per il nostro branco, una nuova creazione di vita: la città, che è stato il luogo di nascita della civiltà dei pastori umani e dei cani-pastore, fondata sugli acquisti e i consumi sconsiderati, nella forma in cui la conosciamo, non esisterà più. 
Naturalmente ci saranno dei centri, ma saranno mobili e fluidi come la corsa di un branco di lupi. Ogni individuo sarà un centro e una città aperta, deflagrata, fluidificante. 
I popoli degli animali non saranno più separati gli uni dagli altri entro gli assurdi limiti delle Nazioni, ma migreranno e circoleranno liberamente sulla superficie della terra e si mescoleranno tra loro. 
I governi lasceranno il posto ad amministrazioni di qualità fluide e non autoritarie e la partecipazione alla gestione pubblica sarà diretta e attiva.
Gli uomini politici saranno una cosa superata come i dinosauri.
Le macchine non saranno eliminate fino a quando i pastori non avranno capito la natura del mistero che li lega a quanto hanno creato. 
L’adorazione, lo studio e il soggiogamento alle macchine lasceranno gradualmente il posto al fascino di tutto ciò che è vera magia naturale.
Questa mutazione che ci attende, sorelle e fratelli lupi, è connessa al discorso più profondo e ampio del potere e della proprietà.
I pastori umani saranno costretti a rendersi conto che il potere deve essere tenuto aperto, fluido e libero, come avviene nel nostro branco.
Il nostro scopo non sarà possedere il potere e la proprietà, ma irradiarlo.”

Appena terminato il discorso di Omega regnò il silenzio.    
Poi si fece avanti Alfa, con passo lento e maestoso e giunto sulla cima della collinetta si sdraiò ai piedi di Omega, uggiolando e mostrando la pancia.
Spalancò le fauci e Omega gli leccò la lingua penzolante.    
Il branco ululò nella notte per suggellare il nuovo accordo tra lupi.
L’indomani molte pecore cinesi furono liberate dal recinto della marcatura per diventare fieri lupi selvaggi.

 
                 - Omega -

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