20/04/16

DENTRO LA GARZAIA, NEL BOSCO IGROFILO

                                            

                            


Lascio la bicicletta sotto un’arcata di pietra, usata per proteggere i tagli del fieno e m’incammino verso il primo dei canali che costituiscono il sistema linfatico di questa grande garzaia.

                        

Finalmente i guardiacaccia mi hanno dato il permesso e m’addentro nel cuore di questo ecosistema.
Vorrei che tu, lettore, mi seguissi nelle zone umide planiziali minori della mia regione: nella monotonia delle coltivazioni intensive (e ossessive talvolta) costituiscono infatti elementi di varietà e di biodiversità e di grande valore scientifico, paesaggistico e ricreativo e contribuiscono al mantenimento degli equilibri naturali e idrologici. 

                             

La loro lenta scomparsa (per inquinamento e interramento, prevalentemente) rappresenterebbe la perdita degli ultimi esempi di ambienti tipici e precluderebbe le possibilità di sopravvivenza per molti esseri viventi.
Vorrei che tu, amica e amico, camminassi con me in questi ultimi paradisi in terra minori: il bosco igrofilo, le lanche, le cave, i fontanili, i bodri, le marcite, le risorgive…
sei pronto, hai messo le scarpe giuste, hai voglia di camminare con me?


                       

Leonardo da Vinci scrive che le rocce, il suolo e l’acqua sono le ossa, la carne e il sangue della Terra.
Un poderoso sistema idraulico, ispirato alle sue geniali realizzazioni compiute nei navigli attorno a Milano, pompa dal Po l’acqua necessaria alla vita del grande bosco igrofilo interno, costituito di ontani, pioppi bianchi e salici.

                   

Passo in equilibrio le passerelle e i discreti passaggi che arrivano al cuore della garzaia.    

                            


 

Sono qua per indagare un piccolo grande mistero: l’assenza dell’airone rosso nella garzaia.    
All’interno di una garzaia le diverse specie di Ardeidi (la grande famiglia degli aironi)  selezionano differenti posizioni dei nidi, generalmente disponendosi su più livelli, secondo un ordinamento verticale sulla vegetazione che rispecchia le dimensioni corporee, le interazioni di dominanza che intercorrono tra specie e il rapporto simbiotico con un particolare tipo di vegetazione.
Lo fanno per difendersi a vicenda dai predatori, proteggendosi con segnali d’allarme che partono dai tre livelli della garzaia.    
Le specie più piccole, in ordine crescente Sgarza ciuffetto, Garzetta e Nitticora, occupano le posizioni medio basse, sovente tra 5 e 15 m d’altezza, entro ontaneti, saliceti ed eccezionalmente pioppeti coltivati.
La Sgarza ciuffetto inoltre evita i boschi maturi e sviluppati in altezza come questo e infatti è completamente assente.

              

L’Airone cenerino, che è il nidificante di maggiori dimensioni, si colloca negli strati più alti della vegetazione, in genere dai 15 ai 25 m, ed è inoltre l’unica specie che nidifica anche in boschi più maturi e, nella zona fiumi, sovente nei pioppeti coltivati.     
L’Airone rosso, pur avendo la stessa stazza corporea del cinerino, predilige la fascia bassa del bosco e nidifica tra cannetti, tifeti e cariceti.  

                            
                                                   - Airone rosso che imbecca i suoi pulcini- 

E infatti questo tipo di vegetazione è assente e questo è il primo motivo della sua mancata presenza nella garzaia.
Addentrandomi nel cuore della garzaia rinvengo un altro indizio importante: un’area di grufolamento di un piccolo branco di cinghiali.     

                    

A quest’ora del mattino, per mia fortuna, i suini selvatici staranno dormendo in qualche buca piena di fango, ma siamo in aprile e le femmine potrebbero aver già partorito ed essere pertanto potenzialmente molto pericolose, se disturbate, in qualsiasi momento della giornata.    
E’ meglio non rischiare e non addentrarmi nel folto della boscaglia, dove le madri di cinghiale prediligono fare la tana.
La natura non è né buona e né cattiva, ma segue le sue leggi, e basta conoscerle per non correre inutili pericoli.    


A questo punto tutto è chiarito: manca la vegetazione idonea e i cinghiali a sera e di notte scorrazzano e devastano il suolo alla base del bosco igrofilo, e pertanto l’airone rosso, viste e considerate queste condizioni naturali, non verrà mai a completare questa magnifica garzaia.  

                            
                            
                                                            - Nitticora in caccia in una risaia -                                                                   

Arrivo al lago delle nitticore e osservo intorno a me i voli degli Ardeidi intenti a portare materiali naturali per rinforzare la struttura dei nidi o per portare nutrimento ai primi pulcini nati.    

                       

Col binocolo osservo la meticolosa toeletta di un airone cinerino che usa il dito medio delle sue zampe come un pettine; l’artiglio ha un’intaccatura che gli permette di lisciarsi le piume.  

                          
                                                                       - Airone cinerino -

Intorno a me sento i suoni pieni di vita di questi animali intenti a cacciare per sopravvivere e per portare a termine la loro missione per conto di Madre Natura: lasciare i propri geni sulla terra.    
E il tutto avviene alla luce del sole e senza ipocrisie, inutili camuffamenti o tormentate simulazioni e dissimulazioni.

           

La natura non inganna mai i singoli individui o le persone, e non persegue i suoi scopi abbindolandoli o fregandoli con la falsità; siamo noi, le persone umane soprattutto, a costringere la natura in metri egoistici individuali, cioè sballati.
Siamo come un ardeide di questo magnifico bosco igrofilo: che sappiamo noi, individui isolati, di quello che possiamo diventare nell’interesse generale della grande garzaia?    
Riusciremo un giorno a imparare a sentire in modo davvero universalmente arboreo, terrestre, cosmico, come i nobili Ardeidi?
Vorrei che tu provassi questa intensa condivisione universale con me, lettore, amica e amico che hai camminato con questo entusiasta naturalista e biologo, in questa magnifica garzaia nel bosco igrofilo.

                        
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1 commento:

  1. NOTE DELL'AUTORE:
    Pubblicato da Mauro Banfi il Mer, 20/04/2016
    per il benessere degli animali e la protezione dell'ambiente narrato non posso rivelare l'esatta ubicazione del bosco igrofilo: vi prego di non mettermi in imbarazzo.
    il brano è tatto dall'opera "Viaggio nelle zone umide pianiziali" di Mauro Banfi.
    Il brano è dedicato a tutti i cittadini che sono andati a votare per il referendum contro le trivelle.

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