PAN & PROTEO
- simbolo zodiacale e affreschi di Ercole de' Roberti, palazzo schifanoia di Ferrara -
Figle e figli dell'Umanesimo, Signore e Signori del Rinascimento, sono a Firenze, dove questo viaggio psichico nei luoghi fisici della Rinascenza è cominciato.
Mi trovo nel chiostro della chiesa di San Marco a Firenze, davanti alla vetusta lapide della tomba in comune dei grandi Pico della Mirandola e Girolamo Benivieni, scritta in latino, che dice:
"Qui giace Giovanni Mirandola, il resto lo sanno il Tago, il Gange e forse perfino gli Antipodi. Morì nel 1494, visse 32 anni."
"Girolamo Benivieni, affinchè dopo la morte la separazione di luoghi non disgiunga le ossa di coloro i cui animi in vita congiunse Amore, dispose d’essere sepolto nella terra qui sotto. Morì nel 1542, visse 89 anni e 6 mesi."
Siedo davanti alle ossa avvelenate con l'arsenico dello splendido filosofo rinascimentale Pico, che si fanno compagnia con quelle del suo fervente ammiratore Girolamo, infiammato da lui con il rovente "amore platonico", quello del sapere e della conoscenza.
Perchè ti hanno eliminato, eccelso Pico?
Per me perchè hai scritto le "Disputationes adversus astrologiam divinatricem", dove ti scagli senza mezzi termini contro l’astrologia, dottrina ambigua, imbevuta di superstizione, occultismo e vecchi residui animistici mal compresi e digeriti.
Quella tua ultima opera conclusiva venne interpretata come un pericolo mortale da parte di chi, come le potenti famiglie aristocratiche e borghesi, non solo fiorentine ma di ogni signoria e potentato, faceva dell’astrologia una pratica di potere, autorità e considerazione sociopolitica.
La magia occulta e l'esoterismo stavano diventando le nuove pratiche di manipolazione delle masse da parte del potere politic, operata da una nuova casta di clero "laico", che ripudiava l'antica teologia cattolica medievale per un nuovo tipo di dominazione mentale di stampo pseudo gnostico.
Memorabile, Pico, la tua lettera del febbraio 1494 a Marsilio Ficino, collegato alle potenti famiglie dei Medici e dei Rucellai, in cui lo inviti a smetterla con l'esoterismo d'accatto e l'occultismo dozzinale:
"Non resterò il complice passivo delle tue deviazioni e dei tuoi crimini, Marsilio.
Li impedirò denunciandoli.
Ho sufficientemente studiato i misteri caldei ed egizi e decifrato abbastanza bene la Cabala per comprendere che il nostro mondo di quaggiù è collegato all’universo. L’uomo è una riduzione, un atomo nel cosmo, Eraclito ha detto tutto.
Lo riconosco, dobbiamo reimmergerci nella musica della Natura, ma per elevarci e non per umiliarci. Io e Poliziano ti abbiamo già salvato una volta, quando volevi impedire l’invecchiamento dei "sacerdoti di Minerva" facendo bere loro il latte delle giovani madri o il sangue delle vergini. Barbarie! E adesso ecco che fabbrichi talismani! Mi confessi di avere martellato quello di Saturno sul piombo, la notte di sabato con l’onice. Hai inciso la stella a sei raggi e l’hai consacrata su allume, scamonea e zolfo brucianti su legno di cipresso. Conservo la tabella che mi hai dato, prova di questi esperimenti grotteschi. Passi che tu te ne serva a uso personale, se le tue debolezze potessero svanire grazie a queste colossali baggianate. Ciò che conta, hai aggiunto, e per poco non ridevo, non è quello che si incide, ma il martellamento dell’incisione. Ma il tuo progetto di modificare il mondo distribuendo ai potenti a loro insaputa queste medaglie è infame. E' questa magia, questa stregoneria che ha denunciato sant’Agostino al quale osi riferirti.
Marsilio, sei preda del male, del demonio. Ritorna alla ragione. Ritorna a Platone. La conoscenza è fatta per elevarci, mai per interferire nella vita o nella libertà altrui. Ridiventa degno, Marsilio Ficino. Ho informato Poliziano delle nostre discussioni. E' d’accordo con me. Una volta siamo stati i tuoi avvocati, domani, se non ti riprendi, saremo i tuoi procuratori…"
Morale della storia, tu e Poliziano siete stati fatti fuori con l'arsenico.
La rilassante oscurità del chiostro di San Marco mi conciliò un bel pisolino - unitamente alle esaltanti ma sfibranti ore di cammino in cerca di immagini rinascimentali per la grandiosa Firenze, centro e fonte della Rinascenza - e in sogno mi sentii chiamare da una voce:
"Dimmi, visitatore, sono Giovanni Pico, che cosa vuoi sapere da me?"
"Solo una cosa, sublime Pico, che cos'è il Rinascimento?"
"Colui che non può attrarre Pan invano si avvicina a Proteo e alla natura, viandante.