03/08/20

I DECANI: ritornando all'Umanesimo e al Rinascimento Mese di Agosto: Eros e Psiche, il mito della Rinascenza

   Come Eros separato da Psiche si brutalizza in una sessualità volgare fatta solo d'istinti e possessi materiali, così Psiche separata da Eros è la capacità di riflessione razionale sterilizzata dall'assenza di una fonte energetica creativa.

                                                                                            

                    

             - simbolo zodiacale e affreschi di Cosmè Tura e del maestro d'Ercole, Palazzo Schifanoia di Ferrara -
                                                                         


Il mito per eccellenza del Rinascimento è quello di Eros e Psiche.
Rappresentato nel ciclo di dipinti di Raffaello (e aiuti) nella Loggia della Farnesina, voluta dal ricco banchiere Agostino Chigi, negli affreschi di Giulio Romano - aiuto di Raffaello nella Farnesina - a Palazzo Te a Mantova, nel delicato fregio di Perin del Vaga a Castel Sant’Angelo richiesto da papa Paolo III, fino a quei capolavori eccelsi che sono le sculture canoviane dedicate al mito di Psiche, la favola, che occupa gran parte del libro di Apuleio, narra la storia della giovane Psiche, che per la sua straordinaria bellezza scatena la terribile gelosia di Venere, la quale, inconsapevolmente provoca l’innamoramento tra Psiche ed Eros.
Superate le terribili prove richieste dalla dea, Psiche giunge all’Olimpo, dove convola a nozze con Amore.
Psiche in greco vuol dire anima, soffio, respiro vitale, simboleggiato dalle delicate ali della farfalla, e quindi la storia di Psiche è anche la storia dell’anima umana che deve affrontare terribili traversie per raggiungere la sfera divina della Bellezza unita alla Gioia.
Oggigiorno l’Immaginazione creatrice delle persone è quasi morta, uccisa dalla tecnica e dal consumismo, e che fanno di solito le persone quando la loro immaginazione si è esaurita e langue moribonda?    
S’innamorano, s’affascinano di qualcuno o di qualche idea allo scopo di risvegliare le loro vite spente con l’immaginazione.     
E non sanno mai del tutto chi sia veramente quell’altra persona che li attrae, e per questo spesso si mettono in pericolo e diventano schiave e si ficcano nei guai, - per questo si dice che l’Amore è cieco - ma l’importante è mettersi al servizio di due possenti divinità, Afrodite/Venere ed Eros/Amore, in modo di riconquistare quell’immaginazione vitale e tornare a esistere veramente e non a sopravvivere stancamente.
Come Eros separato da Psiche si brutalizza in una sessualità volgare fatta solo d'istinti e possessi materiali, così Psiche separata da Eros è la capacità di riflessione razionale sterilizzata dall'assenza di una fonte energetica creativa.
Eros senza Psiche diventa alla lunga un triste meccanismo fatto solo di possesso, routine e istinto cieco e sordo, e Psiche senza Eros diventa solo cerebralità egotica sterile e senza creatività e ormonalità psichica.      
Questo ci ha insegnato la Rinascenza: lascia andare, e anche le tegole dei tetti e i sassi delle strade emettono luce; tieni stretto, possiedi, incatena e anche l’oro vero perde il suo colore e diventa piombo.
                                                     
                                                       

                                                                                            















                                                                    I

                                           LA BELLEZZA DI PSICHE
                                                                
























C'erano una volta un re e una regina che avevano tre figlie.
Le due più grandi avevano un aspetto gradevole, ma Psiche, la terza figlia più piccola, invece, era così incredibilmente bella da non poter essere descritta con parole umane. Molti cittadini del Regno, infatti, e molti stranieri, avendo sentito parlare della sua eccezionale bellezza, accorrevano in gran numero soltanto per ammirarla, e a vederla restavano attoniti e le lanciavano baci.
Tutta quest'ammirazione, però, dette molto fastidio a Venere: Lei era la Dea della Bellezza e dell’Amore, e pertanto qualsiasi altra pretendente al titolo, per di più di razza mortale, cioè inferiore, andava eliminata immediatamente.


                               

                                                                                  - Afrodite/Venere -