- segno zodiacale e Decani del Palazzo Schifanoia di Ferrara: ricostruzione delle icone sbiadite di Maurizio Bonora -
Figlie e figli dell’Umanesino, Signore e Signori del Rinascimento, è un modo davvero rinascimentale cominciare il nuovo anno a Roma, sull'altana di Palazzo Falconieri, che sovrasta via Giulia e il panorama della città eterna a trecentosessantagradi.
Su questo terrazzo meraviglioso siamo circondati dalle erme bifronti che raffigurano il dio Giano, scolpite da Francesco Borromini che ha architettato e costruito anche l'elegante e sontuoso Palazzo Falconieri.
Ti racconterò, per esempio, con l'ausilio del primo decano di Gennaio, delle medaglie artistiche usate dagli uomini e dalle donne della Rinascenza per esprimere la propria anima, nell'essenza di un'immagine che si sa, vale più di mille parole.
Nel recto, il lato davanti, era raffigurata la loro persona stilizzata di profilo e in quello dietro, il verso, i loro motti preferiti, i simboli, le allegorie, le imprese.
Ecco la medaglia di Galeotto Ferreo Orsini, che mostra la vela spiegata al vento della Fortuna (Gioventù) attaccata al serpente della Prudenza virtuosa (Anzianità), col motto DUMQUE SENEX PUER: il giovane, il nuovo sono strettamente collegati con il vecchio, l'anziano.
Da un lato il pensiero indica l'abilità di lasciar maturare le cose usando una modalità duplice ma complementare, come un Giano bifronte, la capacità di impiegare nel vivere una cauta energia.
Come recitava il celebre Buon Suggerimento di Aristotele, seguito come programma esistenziale- e come cemento armato per il suo strepitoso lavoro di squadra - dall'imperatore Ottaviano Augusto: "riflettere lentamente, ma poi agire con grande determinazione e rapidità".
Il motto significa inoltre che le forze del vecchio e del nuovo non possono essere scisse e divise.
Oggi viviamo quasi completamente immersi nella tirannia dell'Attimino materiale, consumistico e virtuale.
Il Rinascimento non va pertanto preso alla lettera, non è un polveroso ritorno al passato mummificato in cui collocarsi di fatto; è solo un diverso modo di vivere nell'Attimino, in questa sorta di neodittatura del Puer che ci circonda.
La storia, se non è viva e vissuta, è come una vecchia statua nel parco che cade a pezzi, buona sola per essere scagazzata dalle cornacchie e dai piccioni.
Il valore psichico, interiore del Rinascimento sta nel servire a collocare l'Attimino in prospettiva.
Non si vede bene se si è troppo vicini e schiacciati a terra, come non si osserva bene se si è sparati a razzo verso il cielo: tutto si appiattisce o si confonde.
La Rinascenza di cui parlo è solo una possibilità - per me meravigliosa - di guardar meglio il proprio Attimino facendo un passo indietro.
Certo, si tratta dello sguardo dell'antico, del vecchio, ma può essere anche per qualcuno di voi lo sguardo essenziale sulla vita, può appunto servire a guadagnare in essenza, in peso specifico psichico.
Chiedo a questo punto a un altro Decano di Gennaio di portare uno stupendo pensiero di Pascal e un geniale disegno di Leonardo da Vinci, il "Adolescente e Anziano", presente al Museo degli Uffizi di Firenze, che chiariranno ulteriormente il pensiero "DUMQUE SENEX PUER":